Estremi
rimedi
Di
Carlo Pelanda (23-3-2009)
Siamo nel
picco della recessione planetaria ed in tutto il mondo governi ed autorità
monetarie stanno predisponendo od attuando rimedi estremi. Vediamo il nuovo
scenario.
L’azione più
impressionante è stata fatta la scorsa settimana dalla Riserva federale
statunitense: comprerà titoli di Stato per la cifra enorme di un trilione –
mille miliardi - di dollari. Di fatto significa stampare nuova moneta con la
quale comprare il debito che l’Amministrazione Obama sta accendendo per stimolare l’economia via
riduzione delle tasse e nuova spesa pubblica. Fino a qualche settimana fa si
pensava che i titoli di debito sarebbero stati comprati dalla Cina ed altri
asiatici interessati a pompare la ripresa americana affinché questa aumentasse
le importazioni dei loro prodotti. Ma la Cina sta usando le sue riserve per investimenti
interni necessari per contenere la crisi – quasi 30 milioni di disoccupati
negli ultimi mesi con loro ritorno dalle città alla campagna dalla quale erano
migrati con speranza – avendone così di meno per comprare debito americano. Il
Giappone, da decenni creditore netto dell’economia globale, è in condizioni
perfino peggiori e non si sa quanto debito americano possa finanziare nel
futuro. Ma anche se non ci fosse stato questo problema, la Fed avrebbe comunque usato strumenti estremi di ri-flazione sia per dare
al mercato azionario il segnale che è conveniente tornare in Borsa perché nel
futuro ci sarà inflazione sia per stabilizzare il mercato dei titoli di Stato a
prezzi prospettici bassi. Le sue conseguenze saranno un aumento a lungo termine
del rischio di inflazione, ma una riduzione a breve di quello di deflazione. In
Giappone la gravità estrema della crisi è fronteggiata da megaspesa pubblica
che fa prevedere in seguito una operazione simile a quella americana sui titoli
di debito. Altri probabilmente seguiranno. Lo farà anche la Bce per l’eurozona. Al momento
nega di volerlo, ma se la quantità di titoli di debito emessi dalli Stati
eccedesse la capacità del mercato di comprarli dovrebbe fare una cosa del
genere, cioè comprare i loro titoli e così stampare moneta. Anche perché questo tipo di azioni porta verso
il basso il valore di cambio delle monete. Per altro, in tutto il mondo è
osservabile l’avvio delle svalutazioni competitive come strumento estremo
antirecessivo in quanto favorisce l’export. La sterlina ha cominciato per prima
nel 2008. La Svizzera
lo ha fatto, moderatamente la settimana scorsa. Il dollaro ha perso in un solo
giorno parecchi punti sull’euro. Cina e Giappone sono in procinto di farlo. C’è
il rischio che l’euro resti in trappola di cambio, cioè troppo alto con danno
per l’export denominato in tale moneta. La tendenza della Bce è di rischiare
questa trappola piuttosto che un aumento dell’inflazione. Speriamo di no perché
i Paesi esportatori e ad alta importazione di turismo dell’eurozona, come
l’Italia, passerebbero dalla recessione al tracollo vero e proprio. Vedremo. In
generale, ad una sbandata estrema del sistema economico globale i governi
stanno reagendo con una controsterzata altrettanto estrema. Al riguardo
dell’Italia il “Piano casa” di Berlusconi va inserito nella lista dei rimedi
estremi perché ha lo scopo di liberare risparmio da immettere nell’economia in
modo da bilanciare la restrizione del credito e l’impossibilità di svalutare
nazionalmente. Qual è lo spirito dei tempi o “zeitgeist”? Non aver paura di
prendere rischi di inflazione futura e di violare qualsiasi regola per ridurre
il pericolo di deflazione nel presente. Sembra da incoscienti, ma è il giusto
rimedio.
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